Matthew & Luke


Di seguito trovate la raccolta dei post dedicati ai personaggi Matthew e Luke, a partire dal primo. 

Buona lettura!

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Vi presento Matthew e Luke

Era ormai notte e fuori faceva freddo. L'inverno, che fino pochi giorni prima si confondeva ancora con i colori caldi di inizio dicembre, s'impadroniva del panorama sempre più spoglio. La sera aveva portato la nebbia e al di là della finestra non si scorgevano i profili delle colline, nè il luccichio dei piccoli paesi illuminati. Poco importava. Matthew era nato in quella casa e in cinquant'anni aveva ammirato quello spettacolo abbastanza da conoscerlo in ogni suo particolare, come se stesse guardando una fotografia. Era bello tornare a casa. Riaccostò le tende e pensò che quella notte avrebbe aggiunto altra legna nel caminetto.
Nel salotto, il fuoco era ben acceso. Si stava al caldo.
«Ehi, Luke. Ti vedo comodo! E così siamo di nuovo nella nostra stanza preferita.». Luke era un amico di vecchia data e quella sera era venuto a fargli visita nonostante le strade non fossero le migliori. D'altra parte non si vedevano da molto tempo, quasi due anni, periodo in cui Matthew aveva vissuto lontano da casa. Era seduto sulla sua solita poltrona.
«Finalmente! Mancava anche a me.»
«Non ne dubito. E mancano i nostri discorsi.»
Matthew si avvicinò al focolare. Sorrideva. Quante sere aveva passato in quel modo? Non poteva dirlo. Luke veniva a casa sua quante più volte possibile e i discorsi raramente si fermavano ai fatti quotidiani. Lì si parlava di tutto, senza pensare a nascondere se stessi o i propri pensieri. La loro amicizia era abbastanza radicata da consentire ai due di essere sinceri fino in fondo e in quel salotto si mettevano a nudo i problemi veri, si esprimevano preoccupazioni o, più semplicemente, ognuno si raccontava come solo tra amici veri è possibile.
Così, dopo tanto tempo, il salotto sarebbe rinato.
«Immagino ce ne siano di cose da dire dopo due anni.» disse Luke visibilmente felice.
«Senza dubbio. Tuttavia conosci già le cose che ho fatto. Adesso sto tirando le somme di questi anni e ci sono molte riflessioni che vorrei fare con te.»
«Siamo qui apposta! Che ne dici, iniziamo a riflettere sul buon whiskey che hai portato da non so dove?», propose Luke con un ghigno. La bottiglia e i bicchieri erano già sul tavolino al centro della sala.
«Non ti sfugge nulla, eh?»
«Nulla che si possa mangiare o bere!»
Luke, pensò Matthew, era sempre lo stesso. Allegro, con il sorriso sempre in mostra, le guance rosse e tozze con gli immancabili baffi nerissimi e un po' di pancia. La sua simpatia non era cambiata.

"Sì, sono tornato. E passerò molte sere come questa: a parlare, parlare e ancora parlare." 


Andrea
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Addio

 «Non vorrai ubriacarti così in fretta?», scherzò Luke. Matthew si era appena seduto e aveva già scolato un bicchiere.
 «Sbaglio o sei stato tu a proporre di bere?»
 «Accidenti, Mat, non ti ho detto di finirti la bottiglia!»
Per tutta risposta, Matthew si riempì il secondo bicchiere. Aveva visto bottiglie simili a quelle, diventare le migliori amiche di molti uomini, ma non era quello il suo caso. Si voleva godere il ritorno e un pizzico di calore in più non avrebbe guastato l'ambiente. Non se lo aspettava, ma tornare non gli aveva portato la ventata di felicità che si sarebbe aspettato. Piuttosto, era diventato più cupo.
 «Sai Luke... E' bello essere di nuovo qui, ma stranamente, ora che ci sono, non penso tanto a ciò che sto ritrovando. E' come se qualcosa dentro di me continuasse a guardare indietro, alle cose che ho lasciato.».
Luke conosceva l'amico da quando erano giovani, capì in fretta che quella sera aveva bisogno di liberare qualche pensiero. A volte succedeva che Matthew fosse più pensieroso del solito ed era lecito aspettarselo in una tale occasione. Non sempre, infatti, un cambiamento così grande nella vita di una persona, portava a reazioni esclusivamente positive. Qualsiasi cosa l'amico avesse in mente, Luke l'avrebbe ascoltato, come sempre.
 «Queste cose che hai lasciato immagino siano più "persone" che "cose"», iniziò Luke.
 «Sì, esatto. Lasci legami di ogni tipo. Il che non è un grande problema, potrò contattare e rivedere moltissime persone se lo volessi.»
 «Però?»
 «Però non è così per tutti, Luke.»
 «Non capisco, Mat, cosa ti impedisce di prendere un qualsiasi aereo e tornare laggiù?»
 «Niente me lo impedisce, ma non è questo il punto.». Matthew sospirò mentre Luke continuava a non cogliere.
Troppi ricordi affollavano la mente di Matthew. Si prese una pausa e bevve un altro sorso. Iniziava a sentire l'effetto del whiskey, le emozioni più intense. Decise che non avrebbe raccontato di lei, meglio farlo in un'altra circostanza, ma non avrebbe cambiato discorso.
 «Hai mai vissuto un addio, Luke?», chiese Matthew con gli occhi puntati sull'amico. Sapeva già la risposta: Luke raramente si era allontanato dalle sue terre, non aveva avuto occasione di separarsi da qualcuno senza che lo volesse.
Dopo un momento di silenzio, Luke chiese: «C'è una persona che non potrai rivedere?».
 «Sì.»
 «Immagino sia per scelta di almeno uno dei due.»
 «Esatto. Non è una scelta mia, sai bene che difficilmente taglio i rapporti con le persone, però mi rendo conto che potrebbe essere la via più giusta.»
Luke aspettò ulteriori spiegazioni, che, tuttavia, non arrivarono. Poteva immaginare, ma non avrebbe fatto domande.
 «Un addio è sempre un qualcosa che non si vuole fare.», riflettè Luke. «Forse è una decisione forzata, ma sicuramente non è la decisione che si desidera prendere.».
 «Esattamente.».
Nel caminetto si erano spente le ultime fiamme, lasciando intravedere solo il rossore delle braci. Matthew si alzo per aggiungere nuova legna, prendendola da una piccola catasta ordinata al lato del focolare, che preparava ogni mattina.
 «Te lo dico io cos'è un addio.», disse voltando le spalle all'amico.
 «Sentiamo.»
 «Gli addii sono due treni. Viaggiano su due binari paralleli che non finiscono mai. Sono affiancati, viaggiano insieme anche per molto tempo, ma ad un tratto uno accelera.». Richiuse il camino, sfregò le mani per liberarle dalla polvere e tornò a sedersi.
 «Vedi, Luke...», continuò Matthew, «Quei binari saranno paralleli per sempre, ma i treni non viaggeranno più insieme.».
 «Hai sottolineato il fatto che i binari saranno sempre paralleli.», osservò Luke.
 «Proprio così. Io penserò sempre alla persona a cui ho detto addio, e lei penserà a me. Saremo sempre legati. Non dimenticheremo.».
Luke era pensieroso. Pensò che se fosse successo a lui, forse avrebbe preferito dimenticare o chissà...
 «Tu cosa ne pensi, Luke?».
Luke non lo sapeva. «Penso che non ci sono mai passato e non posso dirti come mi sentirei...», bevve un sorso. «E' evidente che questa persona è stata davvero importante per te. Forse non vi vedrete mai più, ma, l'hai detto... i vostri binari saranno sempre paralleli e sarà bello pensare a lei per il semplice fatto che ti ha dato molto».
 «Sarà bello? Non lo so. Non ho ancora capito se sarà bello o se pensarci peggiori solo le cose.»
 «Questo credo dipenda da te, Mat».
Matthew si voltò a guardare il vecchio amico e, d'un tratto, fu davvero felice di essere di nuovo a casa.
 «Ci penserò.», disse Matthew, sorridendo.

 "Ci penserò..."


Andrea
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Nuovi mondi

Il panorama era molto diverso dall'ultima volta in cui Luke percorse la strada che da casa sua portava a quella di Matthew. Un cielo terso impreziosiva la notte, splendente della luce lunare. I centri abitati erano lontani, ad eccezione di qualche minuscolo paese arroccato sulle colline e circondato dai vigneti. Sembrava che il cielo non finisse mai: in alto brillavano le stelle, in basso le luci arancio dei piccoli villaggi e di qualche casa isolata. Le viti spoglie, si distendevano in lunghi filari, aggrappandosi alla struttura portante realizzata con estrema cura: pali in legno, fil di ferro o flessibili rami di salice intrecciati dalla sapienza antica della gente di quelle terre.
In pochi minuti, Luke giunse a destinazione e, ancora più svelto, occupò la sua poltrona in salotto, visibilmente compiaciuto del tepore casalingo offerto dall'immancabile caminetto scoppiettante. Matthew lo stava aspettando. Si erano visti pochi giorni prima, subito dopo il suo ritorno, ma questo non sminuiva il suo entusiasmo all'idea di passare un po' di tempo con l'amico.
Tra un abbraccio, qualche battuta e due sorsi di vino, il discorso tornò sul recente ritorno di Matthew.
 «Immagino abbia conosciuto molte persone.», cominciò Luke.
 «Vero. Ti dirò che ne ho conosciute molte, anche se i rapporti più continuativi che avevo erano con i colleghi.».
 «Stavi sempre con loro?».
 «Sì, passavo molto tempo con loro, alcuni non hanno una famiglia e quindi avevano più tempo libero dopo il lavoro, come me.», osservò Luke. «Tuttavia, le persone che mi hanno saputo sorprendere maggiormente sono state quelle che ho conosciuto per caso, quelle che ho visto una volta sola e di cui, magari, non so neanche il nome.».
Luke sorrise. Amava questo discorso, l'aveva fatto più volte con Matthew, prima che lui partisse. Eppure l'amico non riuscì mai a comprenderlo fino in fondo. «Finalmente mi capirai se riparleremo di quel vecchio discorso!»
 «Ammetto di aver pensato proprio a te in quei momenti.», disse Matthew, mentre Luke continuava a ridere. «Te lo assicuro! Non lo nascondo, hai proprio ragione!».
 «So perfettamente di avere ragione, caro Mat! Quelle persone, quelle che vedi una volta, quelle di cui non sai neanche il nome, sono persone che per te non valgono nulla. Così come tu non vali niente per loro. E' proprio per questo che farai con loro i discorsi più belli... che interesse hanno nel tenerti nascosto qualcosa? Nessuno. Neanche ti racconteranno bugie: non ne hanno bisogno.», sentenziò Luke.
 «Hai ragione. E io ho provato la stessa sensazione: perché non avrei dovuto essere sincero con loro? Potevo raccontar loro tutta la mia vita, tanto non sapevano nemmeno chi ero.», ricordò Matthew.
 «Proprio così. Finisci per conoscere un'infinità di idee che fino cinque minuti prima non ti saresti neanche sognato.».
 «E' come se conoscessi un nuovo mondo ogni volta che incontri una nuova persona.».
Luke sorseggiò il vino rosso. «Chissà chi erano. Le loro vite sono storie su cui si potrebbero scrivere libri interi... e questo vale per ognuno di noi.», disse felice.
 «Mi piace questa metafora. Ci sono arrivato tardi, ma l'ho capito anch'io.», rifletté Matthew.
Era vero. In effetti non sarebbe difficile vedere la propria vita come un romanzo in continua evoluzione, ma pensare che è così per ogni persona, sconvolgeva Matthew. «Pensa quante cose potrebbe raccontare ogni singola persona. Quante esperienze! Tutte uniche!», disse. «Ci sono miliardi di persone e tutte hanno una vita intera da raccontare. E' una cosa bellissima, quasi infinita. Difficile da immaginare.».


"Chissà chi erano. Le loro vite sono storie su cui si potrebbero scrivere libri interi... e questo vale per ognuno di noi."

Andrea


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