sabato 12 gennaio 2013

La nostra Foresta

Ho camminato a lungo, da solo, nella Foresta.

In tutto questo tempo ho imparato a conoscere molti aspetti di un luogo così inospitale. Ho incrociato tante vite nel mio vagare senza meta: uomini sconosciuti, lepri, cerbiatti, uccelli, insetti, alberi.

In ognuno di loro ho saputo trovare un’utilità pratica, un fine che desse significato alla piccola vita di cui erano in possesso. Per questo motivo inizialmente li amavo. Li amavo tantissimo perché avevo di loro una visione esterna e tutto sembrava, in tal modo, fantastico… ogni vita funzionava perfettamente.

Passava il tempo.
Io continuavo a vivere nella Foresta. Non c’era un’uscita. Tutto era Foresta.
Continuando il mio cammino accrescevo il mio sapere. Allora il punto di vista era per me diverso… qualcosa cambiava intorno a me.
Anzi, ora comprendo che ero io che stavo cambiando.
Crescevo. Il mio corpo non era più abbastanza piccolo per passare inosservato. Gli animali percepivano la mia presenza, gli altri uomini mi parlavano e mi istruivano selvaggiamente, le piante ostacolavano il mio cammino. I rami che un tempo erano altissimi, graffiavano il viso.
Perché così ostili?
Perché io ero solo, così come ognuno di loro? Eppure eravamo tutti insieme.
La mia coscienza mi consigliava una via da seguire e io mi sono fidavo di lei. Era la mia coscienza, non poteva farmi del male.

Il tempo è passato e in questo momento scorre.
Continuo a vivere nella Foresta. Non c’è un’uscita. Tutto è Foresta.
Non posso smettere di camminare, questi posti a volte non mi piacciono. In passato li amavo tutti.
Adesso sono diverso e li vedo diversi. Sono sempre le stesse bestie, gli stessi selvaggi, le stesse rudi piante di un tempo, ma ora fatico a sentirle una parte di me.
Soprattutto, fatico a sentirmi parte di loro.
Vorrei trovare un’uscita o qualche indizio che mi faccia pensare che non tutto sia Foresta.


Andrea

Nessun commento:

Posta un commento