venerdì 25 gennaio 2013

Nuovi mondi

Il panorama era molto diverso dall'ultima volta in cui Luke percorse la strada che da casa sua portava a quella di Matthew. Un cielo terso impreziosiva la notte, splendente della luce lunare. I centri abitati erano lontani, ad eccezione di qualche minuscolo paese arroccato sulle colline e circondato dai vigneti. Sembrava che il cielo non finisse mai: in alto brillavano le stelle, in basso le luci arancio dei piccoli villaggi e di qualche casa isolata. Le viti spoglie, si distendevano in lunghi filari, aggrappandosi alla struttura portante realizzata con estrema cura: pali in legno, fil di ferro o flessibili rami di salice intrecciati dalla sapienza antica della gente di quelle terre.
In pochi minuti, Luke giunse a destinazione e, ancora più svelto, occupò la sua poltrona in salotto, visibilmente compiaciuto del tepore casalingo offerto dall'immancabile caminetto scoppiettante. Matthew lo stava aspettando. Si erano visti pochi giorni prima, subito dopo il suo ritorno, ma questo non sminuiva il suo entusiasmo all'idea di passare un po' di tempo con l'amico.
Tra un abbraccio, qualche battuta e due sorsi di vino, il discorso tornò sul recente ritorno di Matthew.
 «Immagino abbia conosciuto molte persone.», cominciò Luke.
 «Vero. Ti dirò che ne ho conosciute molte, anche se i rapporti più continuativi che avevo erano con i colleghi.».
 «Stavi sempre con loro?».
 «Sì, passavo molto tempo con loro, alcuni non hanno una famiglia e quindi avevano più tempo libero dopo il lavoro, come me.», osservò Luke. «Tuttavia, le persone che mi hanno saputo sorprendere maggiormente sono state quelle che ho conosciuto per caso, quelle che ho visto una volta sola e di cui, magari, non so neanche il nome.». 
Luke sorrise. Amava questo discorso, l'aveva fatto più volte con Matthew, prima che lui partisse. Eppure l'amico non riuscì mai a comprenderlo fino in fondo. «Finalmente mi capirai se riparleremo di quel vecchio discorso!»
 «Ammetto di aver pensato proprio a te in quei momenti.», disse Matthew, mentre Luke continuava a ridere. «Te lo assicuro! Non lo nascondo, hai proprio ragione!».
 «So perfettamente di avere ragione, caro Mat! Quelle persone, quelle che vedi una volta, quelle di cui non sai neanche il nome, sono persone che per te non valgono nulla. Così come tu non vali niente per loro. E' proprio per questo che farai con loro i discorsi più belli... che interesse hanno nel tenerti nascosto qualcosa? Nessuno. Neanche ti racconteranno bugie: non ne hanno bisogno.», sentenziò Luke.
 «Hai ragione. E io ho provato la stessa sensazione: perché non avrei dovuto essere sincero con loro? Potevo raccontar loro tutta la mia vita, tanto non sapevano nemmeno chi ero.», ricordò Matthew.
 «Proprio così. Finisci per conoscere un'infinità di idee che fino cinque minuti prima non ti saresti neanche sognato.».
 «E' come se conoscessi un nuovo mondo ogni volta che incontri una nuova persona.».
Luke sorseggiò il vino rosso. «Chissà chi erano. Le loro vite sono storie su cui si potrebbero scrivere libri interi... e questo vale per ognuno di noi.», disse felice.
 «Mi piace questa metafora. Ci sono arrivato tardi, ma l'ho capito anch'io.», rifletté Matthew.
Era vero. In effetti non sarebbe difficile vedere la propria vita come un romanzo in continua evoluzione, ma pensare che è così per ogni persona, sconvolgeva Matthew. «Pensa quante cose potrebbe raccontare ogni singola persona. Quante esperienze! Tutte uniche!», disse. «Ci sono miliardi di persone e tutte hanno una vita intera da raccontare. E' una cosa bellissima, quasi infinita. Difficile da immaginare.».


"Chissà chi erano. Le loro vite sono storie su cui si potrebbero scrivere libri interi... e questo vale per ognuno di noi."

Andrea


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