mercoledì 9 gennaio 2013

Vi presento Matthew e Luke

Era ormai notte e fuori faceva freddo. L'inverno, che fino pochi giorni prima si confondeva ancora con i colori caldi di inizio dicembre, s'impadroniva del panorama sempre più spoglio. La sera aveva portato la nebbia e al di là della finestra non si scorgevano i profili delle colline, nè il luccichio dei piccoli paesi illuminati. Poco importava. Matthew era nato in quella casa e in cinquant'anni aveva ammirato quello spettacolo abbastanza da conoscerlo in ogni suo particolare, come se stesse guardando una fotografia. Era bello tornare a casa. Riaccostò le tende e pensò che quella notte avrebbe aggiunto altra legna nel caminetto.
Nel salotto, il fuoco era ben acceso. Si stava al caldo.
«Ehi, Luke. Ti vedo comodo! E così siamo di nuovo nella nostra stanza preferita.». Luke era un amico di vecchia data e quella sera era venuto a fargli visita nonostante le strade non fossero le migliori. D'altra parte non si vedevano da molto tempo, quasi due anni, periodo in cui Matthew aveva vissuto lontano da casa. Era seduto sulla sua solita poltrona.
«Finalmente! Mancava anche a me.»
«Non ne dubito. E mancano i nostri discorsi.»
Matthew si avvicinò al focolare. Sorrideva. Quante sere aveva passato in quel modo? Non poteva dirlo. Luke veniva a casa sua quante più volte possibile e i discorsi raramente si fermavano ai fatti quotidiani. Lì si parlava di tutto, senza pensare a nascondere se stessi o i propri pensieri. La loro amicizia era abbastanza radicata da consentire ai due di essere sinceri fino in fondo e in quel salotto si mettevano a nudo i problemi veri, si esprimevano preoccupazioni o, più semplicemente, ognuno si raccontava come solo tra amici veri è possibile.
Così, dopo tanto tempo, il salotto sarebbe rinato.
«Immagino ce ne siano di cose da dire dopo due anni.» disse Luke visibilmente felice.
«Senza dubbio. Tuttavia conosci già le cose che ho fatto. Adesso sto tirando le somme di questi anni e ci sono molte riflessioni che vorrei fare con te.»
«Siamo qui apposta! Che ne dici, iniziamo a riflettere sul buon whiskey che hai portato da non so dove?», propose Luke con un ghigno. La bottiglia e i bicchieri erano già sul tavolino al centro della sala.
«Non ti sfugge nulla, eh?»
«Nulla che si possa mangiare o bere!»
Luke, pensò Matthew, era sempre lo stesso. Allegro, con il sorriso sempre in mostra, le guance rosse e tozze con gli immancabili baffi nerissimi e un po' di pancia. La sua simpatia non era cambiata.

"Sì, sono tornato. E passerò molte sere come questa: a parlare, parlare e ancora parlare."


Andrea


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